AGEVOLAZIONI PER I LAVORATORI
In ambito lavorativo alcuni benefici conseguono all’accertamento di una certa percentuale di invalidità, altri all’accertamento dello stato di “handicap in situazione di gravita” e altri ancora dalla sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per il diritto al lavoro dei disabili. È consigliabile per il lavoratore con patologia oncologica richiedere all’Inps con un’unica domanda il riconoscimento dello stato di invalidità e di handicap “grave” e l’accertamento della disabilità.
Si elencano qui di seguito alcuni benefici di cui il lavoratore pubblico o privato, malato oncologico, può usufruire nell’ambito del lavoro:
-
il lavoratore dipendente pubblico o privato, cui sia stato riconosciuto lo stato di handicap “grave” ha il diritto di essere trasferito, se possibile, alla sede di lavoro più vicina al suo domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso; analogo diritto è riconosciuto al famigliare che assiste il lavoratore cui sia stato riconosciuto lo stato di handicap “grave”;
-
il lavoratore disabile ha il diritto di essere assegnato a mansioni adeguate alla sua capacità lavorativa e in caso di aggravamento delle sue condizioni di salute, ha il diritto di essere assegnato a mansioni equivalenti o anche inferiori, mantenendo in ogni caso il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza;
-
il lavoratore malato oncologico può chiedere di non essere assegnato a turni di notte presentando al datore di lavoro un certificato attestante la sua inidoneità a tali mansioni che deve essere rilasciato dal medico competente o da una struttura sanitaria pubblica;
-
il malato oncologico ha diritto di lavorare part time durante le cure per poi tornare al tempo pieno quando si sentirà di farlo;
-
alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro e circolari ministeriali prevedono talune disposizioni a tutela dei lavoratori affetti da patologie invalidanti, come quella oncologica, i quali debbano sottoporsi a cure salvavita; pertanto, il lavoratore che non si senta in grado di lavorare nei giorni immediatamente successivi ai trattamenti, oppure che debba assentarsi per visite mediche o esami diagnostici, può usufruire di diversi strumenti giuridici per tutelare il posto di lavoro e la retribuzione.
-
oltre alla retribuzione o all’indennità di malattia, il lavoratore malato ha diritto a conservare il posto di lavoro per un determinato periodo stabilito dalla legge, dagli usi e dal contratto collettivo o individuale; tale periodo è detto “periodo di comporto”;
-
i contratti collettivi nazionali di lavoro spesso prevedono la possibilità di conservare il posto di lavoro anche nei casi in cui l’assenza per malattia determini il superamento del periodo del comporto; ciò permette al lavoratore di usufruire di un periodo di aspettativa non retribuita per motivi di salute e di cura;
-
il lavoratore, ottenuto il riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità, e il famigliare che lo assiste possono usufruire di permessi retribuiti con i seguenti limiti: per il lavoratore con disabilità a scelta tre giorni mensili o due ore giornaliere; per il familiare tre giorni mensili a condizione che la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno.
-
il riconoscimento di un’invalidità superiore al 50% da diritto a 30 giorni all’anno (anche non continuativi) di congedo per cure mediche connesse con lo stato di invalidità.